EDOARDO BRUGNATELLI

ATTIVITA’: editor di Strade Blu Mondadori, responsabile del progetto Self-Publishing del gruppo Mondadori. Collaboro con Medici Senza Frontiere.
SEGNI PARTICOLARI: sovrappeso e ormai un po’ tanto frollato, mi piacerebbe assomigliare a Eddie Vedder o a Johnny Depp ma so bene di assomigliare a Pumba
LO TROVATE SU: tutte le riviste specializzate nel campo fallimentare, sui blog di Giallo Zafferano e di Vivalafocaccia.it

Le tue origini e la formazione

Sono nato a Milano nel 1956, quarto di otto figli. Ho studiato (meglio, ho frequentato) il Liceo Classico Manzoni, sono stato un ragazzo del ’77 (tuttora mi sento di esserlo), ho giocato da brocco in una squadra di rugby di nome Chicken. Mi stavo per laureare in Legge ma a pochi esami dalla laurea ho – stoltamente – cambiato opinione per cui mi sono laureato in Storia della Filosofia Medievale all’Università di Pavia dove ho incontrato Gianni Ferrari che mi portò con sé a Segrate in Mondadori

Cosa rispondevi da piccolo quando ti chiedevano che lavoro volevi fare?

Per fortuna nessuno mi fece quella domanda. Da piccolo sognavo solo di diventare grande. Naturalmente da grande sogno solo di tornare piccolo

E adesso cosa rispondi?

Vorrei essere un grande suonatore di banjo a 5 corde, dobro e ukulele e contemporaneamente giocare 3° linea per la nazionale scozzese di rugby, ah e vorrei anche essere un panificatore professionale (come potete vedere la maturazione mentale si è fermata a 8 anni, temo)

Se dovessi condensare le caratteristiche di Strade Blu – la collana Mondadori da te ideata-, cosa diresti?

Leggere come un’avventura

Il tuo ruolo di editor comporta una grande responsabilità. Non ti capita mai di sentirne il fardello?

No, non la metterei giù così dura. Sono pagato per leggere e per pubblicare libri: credo che diversi milioni di persone ucciderebbero gran parte del loro parentado per ottenere una cosa del genere. Più che altro penso che sia un lavoro fenomenale, spesso mi chiedo perché questa fortuna sia capitata a me e non sono sempre certo di meritarla

Tra i titoli di Strade Blu ti chiedo: qual è il libro che scuote di più (e perché).

I libri che pubblichi sono davvero come i tuoi figli, e li ami tutti perdutamente. Quello che ancor oggi mi scuote di più lo pubblicai in un’altra collana Mondadori (S.I.S.) e si intitola I giardini di Kensington, scritto da un argentino Rodrigo Fresan, parla di alcuni argomenti che tuttora mi toccano parecchio come la scrittura, la vita, il mito sempre più centrale oggi dell’eterna giovinezza, Londra, il mondo della musica rock nascente e soprattutto racconta la straordinaria storia di James Barrie, di sua madre e di suo fratello morto da giovane e del suo capolavoro Peter Pan. Potrei sbrodolare per ore su questo libro ma mi fermo qui. P.S. Leggete Peter Pan: è un ordine!

Quello con cui avete più osato (e perché)

Casa di foglie di Mark Danielewski. Era un libro pazzesco per come era concepito, impaginato, scritto. Resta per me una lettura intricata, difficile, terribile ma fantastica

Quello che ha dato più soddisfazioni in termini di vendita

Tutta la vita Gomorra, anche se Stupid White Men di Michael Moore ai tempi mi diede le sue porche soddisfazioni

Un libro pubblicato da altri che avresti voluto pubblicare.

Molvania: una terra mai raggiunta dai dentisti, una finta guida turistica di un disgraziatissimo paese dell’Est immaginario, scritto da tre australiani di genio pubblicato da Rizzoli. Altrimenti, parlando un filo più seriamente I soldati di Salamina di Javier Cercas. Se fossi Dio avrei pubblicato Infinite Jest di David Foster Wallace, anzi già che ero Dio l’avrei scritto.

Ci anticipi qualcosa a proposito delle prossime uscite?

Sta per uscire Non uscirò vivo da questo mondo di Steve Earle. Earle è uno degli eredi di Woody Guthrie, un musicista di grande valore molto attento alla realtà che lo circonda, che ogni tanto si misura con la scrittura. Questa volta racconta una storia di morte, redenzione, magia e musica country ambientata negli anni ’60 in Texas. Protagonista un dottore tossicomane assediato dal fantasma del leggendario musicista Hank Williams, morto tragicamente a 30 anni una settimana prima che il disco I’ll never Get Out of Thsi World Alive (Non uscirò vivo da questo mondo) conquistasse le vette delle classifiche dell’epoca.

Era stato annunciato che a Mondadori stavi pensando a una piattaforma di self-publishing ispirata ai criteri che regolano Wikipedia e alle scuole di scrittura create da un autore che stimi, Dave Eggers. A che punto è il progetto?

Il progetto aveva avuto un momento di rallentamento perché nel frattempo Mondadori stava concludendo degli accordi con un produttore di ereader (Kobo) che dispone di una sua piattaforma di self-publishing e dovevamo capire quali strade eventualmente intraprendere. Ora ci sto lavorando intensamente e spero tra non molto di poter dare notizie più precise con date e scadenze. L’idea rimane che per me il self-publishing può e deve diventare l’occasione per ciascuno di misurarsi con se stesso e di provare a diventare un autore, perché ognuno di noi ha demtro almeno una storia da raccontare e tanto vale raccontarla bene, no? La scrittura diventa un gioco serio ma divertente capace di articolare i sogni, i pensieri e gli incubi di ciascuno di noi, un gioco da giocare insieme agli altri e mio compito sarà quello di fornire – grazie alle competenze personali e professionali di autori e colleghi che lavorano nel Gruppo Mondadori – gli strumenti più interessanti e utili per allenarsi e – se possibile – migliorare in questo difficile gioco. La scrittura come un’avventura affascinante da vivere fino in fondo, dove scoprire nuovi amici, dove mettersi alla prova per creare qualcosa. Augh!

Due tuoi pregi e due difetti

Difetti: sono permalosissimo, verboso, nevrotico e trombonesco. Ho messo 4 difetti così non devo inventare pregi che solo qualche sicofante prezzolato potrebbe individuare a costo di grandi fatiche. Dimenticavo: sono insicuro, ossessivo, infantile e pedante. Ho difficoltà a fermarmi, ma mi fermo.

Cosa non sopporti in generale?

L’idea della cultura (e della letteratura) come un luogo di tormenti, censure, mestizie, sofferenze e cattiverie

Cosa invece ti piace molto?

L’idea della cultura (e della letteratura) come uno spazio di espressione individuale, di crescita e di divertimento individuale e – ove possibile – collettivo.

L’ultimo dubbio

Se ho messo il perborato nella lavatrice posso metterci anche l’ammorbidente?

L’ultima certezza

Devo ancora mangiarlo uno tzatziki troppo agliato

L’ultimo divieto

Mai, anzi MAI mischiare il lievito col sale nella preparazione degli impasti per pani, pizze, focacce e torte

Chi “maneggia la cultura” ha dei compiti o deve solo rispondere della propria arte?

Non penso che ci debba e/o possa essere una regola generalizzabile. Per quanto mi riguarda io penso sempre che la cultura è una cosa per tutti e che quindi deve essere un terreno col minor numero di divieti, proibizioni, censure e pregiudizi possibile. Penso che siccome a me piace, mi arricchisce e mi rende felice faccio di tutto perché possa diventare una cosa che piace, arricchisce e rende felici tutti. Ciascuno a modo suo

Ci dici qualcosa che ancora non immaginiamo del mondo dell’editoria?

L’editoria è un lavoro, non è un Alto Magistero o un Sacerdozio. Ci lavorano persone normali, alcune molto intelligenti, altre sciocche, altre ancora né carne né pesce (quorum ego), alcune per bene altre kantianamente discutibili. L’editoria mi ricorda molto le parole di quell’imbonitore da luna park che cercava di attirare il pubblico gridando: “Più gente ci entra più bestie si vedono!”. Inoltre è un mondo che tra 5 anni sarà radicalmente diverso, radicalmente. Per finire – last but not least – di gran lunga l’odore predominante durante la Buchmesse a Francoforte è quello dei cetrioli sottoaceto.

Salutaci col banjo ukulele, che ogni tanto suoni

Volentieri:
http://www.youtube.com/watch?v=vsiuQvkZBiw&fb_source=message

E adesso salutaci da una strada blu

Cito un autore che ho avuto l’immenso privilegio di pubblicare in Strade Blu, che amo moltissimo e che è morto poche settimane orsono, Ray Bradbury:

Love what you do and do what you love. Don’t listen to anyone else who tells you not to do it. You do what you want, what you love. Imagination should be the center of your life.

Buone letture e buone avventure a tutti.

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3 risposte a EDOARDO BRUGNATELLI

  1. Silvia ha detto:

    Posso chiedere come mai Casa di Foglie è stato tolto dal commercio? Non si trova più da nessuna parte e a quanto pare era prevista una ristampa per il 23/10 ma è stata annullata.
    Cos’ha questo libro di così pericoloso?

  2. Marina ha detto:

    Anche io sto cercando “casa di foglie” mi aiutate a trovarlo? In effetti mi chiedevo come mai non hanno fatto la ristampa come mai? Forse é un libro scomodo? Ho sentito che nel 2014 esce un nuovo libro di Mark Danielewski è vero? Anticipatamente ringrazio Marina

  3. daniela ha detto:

    quando pubblicate Zone One di Colson Whitehead?
    fiorella

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