“Gli eversivi” di Alessandro Berselli, (Rizzoli)

Recensione di Raffaella Tamba

Dopo la trilogia di Milano, Berselli rientra a Bologna, ambientandovi questo romanzo nel quale la città è pienamente protagonista.

Ogni movimento dei personaggi è calato sullo sfondo di una via, una piazza, un incrocio, che vengono per un istante in primo piano con poche pennellate di contenuto storico, artistico, socio-culturali che le imprimono come fotografie nella memoria del lettore. Palpita in quei ritratti per lo più la Bologna accogliente, familiare, ammiccante, un po’ chic e un po’ bohémien, benevola e fidata. Non è sfondo noir, è una cornice d’ambiente.

La trama prepara il giallo fin dalle prime pagine: un padre in ansia per la figlia adolescente che ha preso la strada di un gruppo di estrema destra, si rivolge ad un’agenzia investigativa accettando le costose condizioni di ingaggio senza batter ciglio: è sicuro che se qualcuno può aiutarlo a riportare a casa la sua Asia sia solo la Marple. Non è un caso il richiamo alla simpatica donnina christiana: il personale è esclusivamente femminile. Nicole, Chloe, Greta e Camilla, belle, intelligenti, preparate, guidate da una titolare affascinante, algida, imperturbabile, Ginevra Martino (se al lettore capiterà di ripensare ad un telefilm degli anni ’80, Le Charlie’s Angels, stia tranquillo che era nelle intenzioni dello scrittore strizzare l’occhio a quella serie; nessuna voce o spalla maschile al loro fianco, però, solo loro cinque, in tutta la loro intraprendenza).

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