Recensione di Patrizia Debicke

Terzo romanzo in salsa barbaricina, pur con godibilissime e bucoliche diversioni banditesche e passaggi addirittura intercontinentali, per Franco Zanna tosto fotografo, sempre a caccia di guai? Quello che non si tira mai indietro se c’è da menare le mani in caccia di scoop, l’accanito tombeur di femmes? Lui! Ma in questo momento tutta’altra musica perché stavolta il nostro eroe, dopo i primi due impegnativi capitoli, sta cercando laboriosamente di ricostruire un vero rapporto con Carla, madre di sua figlia Valentina. Certo qusi diciotto anni di lontananza sono tanti da ricucire ma parrebbero su buona strada anche se sia Carla che lui devono far ordine nelle loro vite. E , è evidente, riorganizzarle . Anche per questo Carla deve rientrare al suo lavoro di Torino e purtroppo mentre Franco l’accompagna all’aeroporto di Olbia, crede di riconoscere a distanza un volto conosciuto quello del Catanese che aveva sperato di non dover vedere mai più. Alfio di Girolamo infatti detto il Catanese era il feroce esecutore del clan che lo costrinse ad abbandonare la donna della sua vita, il suo lavoro di giornalista e fotoporter, il suo vero nome, distruggendo la sua vita di allora.