ARIASE BARRETTA

ATTIVITÀ: scrittore, traduttore, insegnante

SEGNI PARTICOLARI: ho sempre avuto i capelli grigi

LO TROVATE SU: http://www.facebook.com/ariase.barretta

ariase

Le tue origini e la formazione

Sono nato in un quartiere popolare di Napoli. La mia formazione è stato piuttosto tumultuosa. Non ho mai frequentato la scuola con la dovuta regolarità e a quattordici anni ho praticamente smesso di studiare; mi interessava solo la musica e suonavo tutto il giorno. Poi mi è venuta voglia di frequentare l’università e per farlo ho conseguito un diploma qualunque. Volevo imparare l’arabo, quindi mi sono iscritto alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Istituto Orientale. Grazie a una borsa di studio sono andato a studiare in Spagna, prima a Barcellona, poi a Madrid. Ho conseguito vari titoli post-laurea, ho frequentato un master in comunicazione e la Scuola di specializzazione per la didattica delle lingue all’Università di Modena.

Cosa rispondevi da piccolo quando ti chiedevano che lavoro volevi fare?

Il medico, ma fingevo per fare contenti gli adulti. In realtà volevo fare il mago.

E adesso cosa rispondi?

Il medico.

Visto che sei un insegnante, ci racconti in due righe in che direzione sta andando la scuola?

Sta andando nella direzione stabilita dai gruppi di potere che dominano questo paese: ossia verso il nulla assoluto! È evidente il tentativo di smantellare definitivamente la scuola pubblica. In futuro chi potrà permetterselo frequenterà delle scuole private, chi non avrà i mezzi per farlo dovrà accontentarsi di un’istruzione deficitaria. È già così in molti paesi del mondo. Lo stesso discorso vale per il sistema universitario.

I primi 3 provvedimenti che prenderesti se tu fossi nominato Ministro dell’Istruzione.

Considero l’ora di “Insegnamento della religione cattolica” un vergognoso dazio pagato dallo Stato Italiano al Vaticano, quindi la sostituirei con altre materie che mi sembrano di gran lunga più importanti: etica o logica, per esempio. Ripristinerei il monte ore in vigore prima della riforma Gelmini e invaliderei il concorso truffa bandito da Profumo. E su questo punto preferisco non andare oltre, altrimenti mi dilungo troppo. Ad ogni modo credo che non sarà per nulla facile rimettere a posto la situazione dell’Istruzione in Italia. Il problema è che nel corso degli anni è sempre stata gestita da persone a dir poco incompetenti.

Hai pubblicato “Darkene” con Meridiano Zero. Se ti chiedessi un sottotitolo a ciascuna delle due storie in cui è diviso il libro?

La prima parte potrebbe chiamarsi Live Through me, la seconda All lined up. In entrambi i casi si tratterebbe di un omaggio agli Swans, uno dei gruppi che ascoltavo di più mentre scrivevo il romanzo.

Il libro è costruito su due storie. La prima è narrata in prima persona da un professore precario di 36 anni giunto a Napoli per una supplenza annuale. Descrivi molto bene le angherie e le piccole ingiustizie cui sono sottoposti i precari: provate sulla tua pelle?

Io non ho subito particolari angherie, ma ammetto di essere stato molto fortunato. Diciamo che è il sistema in sé ad essere a dir poco mostruoso. Gli insegnanti precari contano meno di zero in qualunque situazione, eppure sono quelli che, di fatto, hanno retto le redini della scuola italiana negli ultimi anni. La situazione in cui versa il precariato scolastico è uno dei tanti aspetti assolutamente vergognosi di questa Italia.

A pag. 69 scrivi: “La mia generazione è stata illusa e poi tradita. La mia generazione vive in un eterno dopoguerra, e senza un piano Marshall sul quale poter fare affidamento”. Approfondiamo.

Vediamola così: mio padre era un operaio dell’Italsider ma è riuscito a mandare all’università quattro figli. Oggi un lavoratore medio non ci riuscirebbe. Le conquiste sociali del ‘900 sono finite un po’ per volta in malora e studiare è diventato un lusso. Quando eravamo bambini tutti ci dicevano che con un po’ di impegno avremmo potuto ottenere dalla vita qualcosa di meglio rispetto ai nostri genitori. Ma le cose non sono andate esattamente così. Del resto non mi pare che nel corso degli anni i valori economici siano sfuggiti alla logica dell’equilibrio “a somma zero”. Il risultato è che la maggior parte dei trentenni o dei quarantenni non può permettersi il lusso di avere una casa, una macchina, una famiglia. E dal mio punto di vista non c’entra solo la crisi economica. La questione è ancora legata alle differenze di classe, anche se molti si ostinano a fingere che non sia così.

Cosa chiedi al tuo stile? Essenzialità, precisione, capacità di attraversare il lettore o cos’altro?

Dipende dai casi. Per il mio romanzo precedente, Litany, ho lavorato in modo maniacale sul lirismo, sulla musicalità. Ho impiegato più di un anno per portarlo a termine. Con Darkene è stato molto diverso. L’ho scritto molto rapidamente, in modo febbrile. Il libro si è letteralmente impossessato di me e ha abusato di ogni mia risorsa senza il minimo riguardo. Ha voluto tutto e subito e non ho potuto fare altro che assecondarlo. Per dirla in termini musicali potrei considerare Litany una lunga suite progressive con tinte dark, tipo quelle dei King Crimson o del Balletto di bronzo, Darkene invece è come un pezzo dei Black Flag o degli Agnostic Front: tre minuti di pura rabbia e di cazzotti in pieno volto!

Progetti?

Con il pittore Leonard Torchi sto lavorando a un mediometraggio animato. Non sappiamo ancora che direzione prenderà la cosa. Io ho scritto la storia e le musiche, Leonard si sta occupando della componente visiva. Il nostro modello è l’animazione russa, in particolare quella di Władysław Starewicz. Nel frattempo sto finendo un nuovo romanzo e un libro di poesie.

Tre desideri

Continuare a scrivere libri.

Poter convivere con tanti gatti senza soffrire di allergia.

Dimenticare alcune cose del mio passato.

Una cosa che non faresti mai

Non potrei mai separarmi dai miei libri. Sono un disposofobico della lettura.

Una cosa che fai malvolentieri

Svegliarmi presto. Il sonno non mi basta mai: dormirei di continuo.

L’ultima volta che ti sei arrabbiato

Sono sempre arrabbiato. Viviamo nel regno del male e la vita è un errore: come si fa a non essere arrabbiati?

L’ultimo sorriso

Diciamo che sono per le cose estreme: più che sorridere preferisco ridere a crepapelle!

Raccontaci un successo

Darkene è il mio più grande successo! Ho proposto il manoscritto a pochissimi editori ed ho subito ricevuto una proposta da Meridiano Zero. Era esattamente la casa editrice che avevo in mente sin dal primo momento e tutto ha funzionato alla perfezione. Sono molto soddisfatto del risultato finale.

E ora una fatica

Dal 2000 sto provando a pubblicare un romanzo che è stato rifiutato da più di cento case editrici. Qualche editore mi ha persino intimato di non azzardarmi mai più a proporgli altri manoscritti.

In Italia, in teoria, è facile pubblicare un libro se sei disposto a pagare una casa editrice o ad autocensurarti. Ma io non ho mai voluto fare né l’una né l’altra cosa! Quindi temo che quel libro non vedrà mai la luce.

L’ultima incertezza

In questo momento ho delle grosse incertezze sul piano politico. Ad ogni modo ritengo che vi sia un preciso disegno dietro le incertezze degli esseri umani. Il marketing si alimenta di incertezze!

Cosa ti spaventa?

Mi spaventa l’idea di svegliarmi un giorno e scoprire che tutto ciò che ho sempre amato non mi emoziona più: la musica, i film di Ingmar Bergman, i libri di Cortázar. È il mio incubo peggiore: scoprire che la bellezza è morta per sempre.

Salutaci da “Veronica delle tenebre”

“State tranquilli. Tanto tutta questa storia presto finirà!”

E adesso salutaci con un progetto

In effetti ne ho uno in mente: dici che se riesco a trovare una soluzione a tutti i mali del mondo poi qualcuno mi ama?

Questa voce è stata pubblicata in interviste, Uncategorized e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento