“Lo spirito del mondo come un salmone. La Cina e l’intelligenza artificiale”, di Moritz Rudolph (Tlon)

Recensione di Sacha Rosel

Lo “spirito del mondo”, in tedesco weltgeist, è un termine utilizzato da Hegel in Fenomenologia dello spirito per descrivere il passaggio da un momento individuale di presa di coscienza di sé ad un momento collettivo in cui l’idea di universalità si realizza attraverso una civiltà perfettamente armonica, in quanto essa è manifestazione di uno spirito oggettivo.

Se all’apparenza tutte le civiltà sviluppatesi sul pianeta dovrebbero giungere a questo ideale compimento, nella realtà dei fatti ciò non avviene: al contrario, in ciascuna fase storica il weltgeist si incarna unicamente nel popolo che in quel momento è all’avanguardia sia dal punto di vista delle scoperte scientifiche che del loro armonizzarsi con principi etici universali e uniformemente applicati, istituzioni solide e condizioni economiche stabili. Assumendo coscientemente il ruolo-guida del weltgeist, tale popolo non si limita ad attualizzare delle tendenze già presenti in nuce altrove (ma che per via di strutture politiche opache e connubi etico-culturali obsoleti non sono in grado di emergere) ma offre con saggezza e magnanimità la soluzione ideale sul cammino da intraprendere, risultando per questo invincibile perché senza eguali. A fronte di tanta abbondanza di mezzi, saperi e attuazione di nessi logici fra le parti nel costruire un tutto perfettamente funzionale, gli altri popoli possono solo rimanere a guardare ammirati, emulare o soccombere.

Nel suo breve saggio Lo spirito del mondo come un salmone, Moritz Rudolph prende le mosse da questo concetto hegeliano per capire dove collocare il weltgeist nel mondo contemporaneo. La risposta a tale dilemma ci viene in realtà fornita fin dalle prime righe: questo luogo e questa civiltà in grado di guidare tutte le altre è la Cina. “La storia ha da cominciare con il regno della Cina” dice ancora Hegel, e Rudolph apre la sua indagine proprio da qui. Questo assunto (che a sua volta apre il saggio di Hegel chiamato Lezioni sulla filosofia della storia, fungendo quindi da apertura che è eco di un’altra apertura, quasi a farla richiudere su stessa)serve a Rudolph come pretesto per delineare la sua teoria: scritto a cavallo fra lo scoppio della pandemia e il suo lento esaurimento, il libro investiga le possibili coordinate della Storia non più come progressione lineare da una fase socio-economica all’altra, né come processo dialettico fra forze contrapposte e/o fra loro complementari, ma come un salmone avvitato su se stesso, che nasce a est e risale la corrente per andare a morire di nuovo a est. Un cerchio che si assottiglia in un punto, per poi diventare del tutto invisibile.

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