“La promessa” di Marcialis Mauro (Solferino)

Il romanzo è una lettura appassionante per qualunque età. Non solo per la trama thriller che l’autore sa usare nella sua paradigmatica tensione emozionale, ma anche per la bellezza dei personaggi, i diversi protagonisti combattuti fra l’istinto all’obbedienza – non solo quella dello schiavo al padrone, ma anche quella del libero civis romanus alla legge e al costume sociale – e un istinto a ribellarvisi, a far parlare un sentimento che non contrasta ma tutela un diritto, quello alla vita, al rispetto, alla dignità. Un sentimento che ribolle nell’intimo di chi non può essere libero di mostrarsi nell’animo e nel corpo perché chi dispone ‘legalmente’ di lui o di lei ha fatto in modo di deturpare, di quel corpo e di quell’animo, la genuina bellezza.

Thriller, romanzo storico, e anche d’ambiente: Marcialis ci accompagna a Roma, “dal bianco accecante delle ville dei nobili” ai sordidi vicoli della Suburra, dai mercati variopinti di merci esotiche alle disumane contrattazioni per gli schiavi; ci introduce nell’Urbe nel momento in cui viene decisa la costruzione del Colosseo: un’opera che, nelle speranze dell’imperatore Vespasiano, avrebbe dovuto fare ombra a tutte le altre meraviglie. Ma un’arena è per gli spettacoli: massacri di animali e di uomini. Perché la grandezza di un singolo deve passare attraverso tanto sangue? È la denuncia schietta dell’autore che accompagna i suoi protagonisti attraverso un viaggio di pietas verso tutte le creature

Colpisce anche la scrittura: elegante e diretta, non lesina le descrizioni forti, crude, ma è capace di tocchi di grande delicatezza e lirismo quando descrive lo scintillio delle stelle, “lanterne gettate nel vuoto e che brillano nel buio”, la carezza dell’acqua sul corpo abbandonato, le parole sincere e devote di un amico che trasformano in forza la debolezza.

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