Recensione di Patrizia Debicke
C’è una contea del Sud degli Stati Uniti che pare fondata sul sangue e sulle tenebre . Già il nome da brivido Charon (Caronte) pare quasi messo là apposta, pronto a per traghettare le anime dei defunti nell ’Ade. Con una pesante e brutale eredità di tragedie. Insomma dovremmo dire : benvenuti nella contea di Charon, una “penisola a forma di lacrima” sulla baia di Chesapeake, Virginia con un nome maledetto e una lunga difficile storia di convivenza in un mondo ancora permeato fino alle ossa da fanatismo religioso e da razzismo.
Titus Crown, ex agente dell’FBI che è nato e cresciuto nella contea di Charon, ha sempre vissuto questa verità sulla sua pelle. Dopo anni di università e di professione a Nord, Indiana e altrove , si è congedato dall’FBI ed è tornato per prendersi cura del padre che cominciava ad accusare gli acciacchi dell’età. Nullafacente, ha accettato di mettersi in gara, dopo la morte del precedente rappresentante della legge travolto da un camion in un incidente, sotto il quale il serpeggiava il razzismo e dilagava la droga a, ed era stato eletto come il primo sceriffo nero della contea.
Nel primo anno del suo mandato aveva dovuto confrontarsi solo con il normale tran-tran di una zona abbastanza tranquilla: piccola criminalità, spaccio e rimettere a posto mariti violenti o ubriachi rissosi e poco altro . Per il resto, normale servizio d’ordine per le ricorrenze locali come il reputato Festival d’Autunno già previsto per la settimana successiva, tanto da concedergli persino una piacevole reazione con una riposante e affettuosa ragazza del luogo. Negli ultimi decenni per fortuna c’erano stati soltanto un paio di omicidi.
Ma il giorno del primo anniversario dell’elezione di Titus Crown, proprio a un anno dalla sua nomina, l’antica e temuta violenza riesplode: Latrell Macdonald infatti, un ex studente entrato drogato e armato di fucile nella Jefferson Davis, il liceo della cittadina, prima entra in classe e spara in faccia al professor Spearman, vecchio e amato insegnante di geografia, per poi asserragliarsi con il morto.
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