Recensione di Patrizia Debicke
Ike Randolph è uscito di prigione da quindici anni, ma da quel momento ha rigato dritto costruendo per sé e la sua famiglia una vita serena lavorando sodo, senza mai sgarrare in tutto quel tempo. Senza prendere neppure una multa per eccesso di velocità. Ma in Virginia un uomo di colore, anche se sa di essere in regola con la legge, si preoccupa immediatamente quando apre la porta di casa e vede due poliziotto davanti a sé.
L’ultima cosa però che si aspetta è di sentire che suo figlio Isiah è stato assassinato, insieme al marito bianco, Derek Jankins. Due uomini sposati tra loro, una stabile coppia omosessuale con una figlia piccola. Sono stati assassinati e finiti brutalmente, lasciando orfana una bambina di tre anni . Un agguato per strada, entrambi uccisi con violenza, crivellati di colpi davanti una vineria del centro storico di Richmond.
Un colpo da attribuire a professionisti. Ma con quale movente?
Uno choc devastante per lui e sua moglie, unico rimpianto di aver rinunciato da tempo per stupidi preconcetti moralistici, a vedere e frequentare il figlio.
Al funerale Ike verrà avvicinato dal padre di Derek, Buddy Lee Jenkins, ex galeotto, bianco, divorziato, la moglie ha sposato un pezzo grosso, che come Randolph non approvava la scelta omossessuale del figlio. Jenkins però si dice molto amareggiato dalle lentezza delle indagini ufficiali sul barbaro omicidio dei loro ragazzi. Sembrano miseramente arenate e pare difficile che la polizia scopra o voglia scoprire qualcosa. Tanto che propone a Randolph di unire le forze e mettersi a indagare insieme sugli omicidi.
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