Recensione di Patrizia Debicke
Cominciamo dal titolo. Per i genovesi starebbe a dire : “non si sa mai” o “non sia mai”, poi più letteralmente mano a mano, e infine passando dal “va a finire che” è arrivato oggi perfino a significare : “non si sa mai che”… Tutto ciò serve in qualche modo a spiegare perché Lorenzo Beccati, dopo i suoi bei libri che narrano di storia genovese lontana o più recente, abbia scelto di chiamare così questa sua gustosa raccolta di tanti fatti e fatterelli curiosi e magari quasi dimenticati che ha incontrato e scoperto qua e là negli anni.
E quindi il suo Minimàn si rivela un piccolo compendio di impressioni su reali accadimenti che Lorenzo Beccati ci garantisce tutti reali , suggeritegli dai vecchi appunti e dalla sua memoria.
E allora cominciamo.
Cosa avranno mai in comune Buffalo Bill, gli accampamenti indiani e l’immenso circo, Jean- Michel Basquiat il “grandissimo, costosissimo (lo si reputa l’artista più pagato al mondo), geniale pittore e graffitaro ” , la spaventosa storia di Frankenstein concepita dalla sua triste creatrice, l’espressiva e generosa comicità di Stanlio e Ollio, il continuo triste e sofferto vagabondare della principessa Sissi, le “sconfinate” lenzuola dei letti usati dai Beatles, la scultorea plasticità di Maciste, la notte di nozze non consumata di Carlo Goldoni e l’acquarello mai potuto terminare di Winston Churchill?
Hanno, sissignori, tutti in comune la circostanza di avere soggiornato nella Superba e nei suoi dintorni.
Con Minimàn scopriremo infatti cosa ha portato tutti questi personaggi, tanto diversi tra loro per tempi, abitudini e gusti, a ritrovarsi per una qualche diversa ragione collegati a Genova.
(la recensione prosegue a p. 2)