Dentro la gabbia di Stefano Cosmo (Marsilio)

Il ritorno negli ambienti della malavita permetterà a lui e al lettore, di scoprire una realtà fatta di sfruttamento di chi non ha nulla da perdere illudendosi anche di poter guadagnare qualcosa. Una realtà fatta di miserie umane troppo spesso nascoste perché vergognose e illegali. Una realtà fatta di avidità di chi ha potere e ne vuole sempre di più considerando la vita dei disperati, degli ultimi ed emarginati “sacrificabile”. Le storie di disperazione narrate da chi ha attraversato The Big River (il Mediterraneo) sono di estrema crudezza ma tanto reali da far accapponare la pelle.

Tanto più che il romanzo è narrato da Moreno in prima persona. Diventano così molto importanti i dialoghi poiché rappresentano quella raffinata strategia che consente ai personaggi di raccontare la propria storia, inoltre merito di Stefano Cosmo è l’aver saputo dosare perfettamente i momenti di tensione con l’azione, grazie a continui colpi di scena, e talvolta con l’ironia di Moreno. Sul sentiero cominciato da Massimo Carlotto, l’autore ha messo in luce un’altra parte di quel nord-est, il Veneto, tanto oscuro quanto lontano dalle bellezze artistiche tanto famose nel mondo. Credo che questo romanzo, al di là della storia in sé, debba essere letto da chi guarda gli sbarchi e i naufragi sulle nostre coste con odio o indifferenza, con la speranza che costoro capiscano e soprattutto emettano molti meno giudizi, preferibilmente senza odio.

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