“Candore immortale” di Luca Nannipieri (Rizzoli)

Recensione di Patrizia Debicke

A Napoleone Bonaparte non bastavano le conquiste belliche. All’apice dei suoi successi militari, Napoleone sognava di fare di Parigi la capitale del mondo, puntando soprattutto sull’arte e ovunque, nel corso delle sue campagne di conquista, dispose che fossero sottratte o meglio razziate le più importanti opere di pittura, scultura, oreficeria, ecc. eccetera. Secondo la consolidata  prassi, comune nei secoli, di tutti i vincitori…


Nel 1796 il generale Napoleone Bonaparte,  occupata  Milano, dette ordine ai suoi uomini  di saccheggiare chiese, abbazie, palazzi storici, depredandoli di  opere d’arte tra le più importanti al mondo.  Partivano così alla volta della Francia  Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Tiziano… Le opere degli  dei…
E al suo commissario Jacques-Pierre Tinet,  che aveva scelto per la competenza nelle Belle Arti  e gli chiedeva a cosa mai gli servissero rispose: «Nel mondo ci sono soltanto due forze: la spada e lo spirito. Col passare del tempo, la spada viene sempre vinta dallo spirito». Verità? Per quanto so, conosco e ho letto di Napoleone Bonaparte, al di là della leggenda che lo circonfonde, direi un’indovinata finzione letteraria.

(la recensione prosegue a p. 2)

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