Recensione di Piera Carroli
Vicenza: Neri Pozza Editore, 2022
Trad. Irena Trevisan
Questo è il primo romanzo di Erin Kate Ryan e… ci lascia decisamente spiazzat*.
Chiaroveggenza e cronaca, mistero e realtà nascoste, personaggi veri e finti, ragazze scomparse… nel nulla?
Ryan assembla un romanzo prismatico con una protagonista evanescente e poliedrica che si ispira a una vicenda avvenuta negli Stati Uniti del dopoguerra. Incrociando vari generi letterari e non, la cronaca, il mystery, le storie di fantasmi, il poliziesco, e anche il romanzo sociale, la scrittrice ci descrive uno spaccato dell’America degli anni cinquanta includendo angoli nascosti e proibiti. Il suo sguardo, decisamente femminista critica duramente la società puritana e ipocrita dell’epoca e la violenza maschile. Nonostante il boom economico, il destino delle donne in questo periodo era limitato, spesso dipendeva dalle scelte della famiglia, dalla situazione socio-economica nonché dalla ubicazione geografica in cui vivevano, profondo sud o nord, città o sterminata campagna e montagna potevano determinare il loro futuro. Non bisogna dimenticare che la discriminazione razziale imperversava ed non era ancora sanzionato dalla legge e neanche Ku-Klux Clan. Allo stesso tempo, durante la guerra fredda, vennero ricercati e imprigionati i /le ‘comunisti/e’. Le profonde contraddizione e differenze, gli anni cinquanta diedero inizio di cambiamenti culturali inarrestabili, come si dimostra con alcuni dei personaggi del romanzo.
Insomma, la vita, le scelte e gli sviluppi della sorte delle ragazze dipendevano anche da loro stesse!
Eccovi l’inizio della storia:
La teoria della ragazza quantica
Bennington College, Bennington, Vermont, 1964
Il 1° dicembre 1946 Paula Jean Welden indossò un giaccone rosso vivo, lasciò il suo dormitorio […]:
- per un’escursione sul Long Trail e svanì nel montagnoso nulla all’attacco del sentiero.
- (la recensione prosegue a p. 2)