“Il re del gelato” di Cristina Cassar Scalia (Einaudi)

Recensione di Patrizia Debicke

Scrive con arguzia Cristina Cassar Scalia:  «Prima di “Sabbia nera” Vanina era a Catania già da un anno e aveva risolto altri casi. Ho pensato di raccontarvene uno».
Ha fatto bene et voila il suo prequel: Il re del gelato
Trasferita  da poco a Catania, promossa sul campo e tornata in Sicilia dopo un periodo alla questura di Milano,  Vanina Guerrasi, caparbia, poco sociale,  sempre angustiata  dall’eroica morte del padre ispettore palermitano, ucciso da Mafia ventiquattro anni prima e dalla fine di una difficile importante relazione  è stata assegnata come vice questore aggiunto alla Mobile, settore reati contro la persona.
Pian piano  si sta ambientando, sta cominciando a fare  conoscenza con la città tanto siciliana ma tanto diversa dalla sua amata Palermo.  Anche stavolta sventola energicamente  la bandiera della salvaguardia del nome tra arancine palermitane e  arancini catanesi.
Epperò, dopo uno scomodo e disgraziato  primo approccio di cinque settimane con un monolocale cittadino, il mese prima ha scelto di trasferirsi in una casetta alle pendici dell’Etna all’interno di una bella proprietà circondata da un giardino e piccolo  agrumeto.  E con un valore aggiunto in più : la proprietaria ultrasettantenne,  residente nell’ edificio, oltre ad avere un ottimo  carattere è anche un’eccellente e generosa  cuoca. Valore di notevole livello data la nota e cronica incompetenza di Vanina per tutto quanto abbia una qualche attinenza con fornelli e cucina, ma  amante e robusta apprezzatrice  della buona tavola.
Appassionata di vecchi film ai quali ha dedicato la  vacanziera  serata di sabato : il vicequestore Vanina Guarrasi  è stata svegliata alle sei di mattina in mezzo  a un temporale da paura, ma per fortuna è riuscita e riprendere sonno. La mattina dopo però, domenica, anche se per fortuna ormai sono le undici e mezzo,  il suo vice, l’ispettore capo Carmelo Spanò, la chiama per un caso delicato, una denuncia per tentato avvelenamento a carico del titolare delle più celebrate gelaterie di Catania, Agostino Lomonaco. In tre dei suoi locali i clienti hanno trovato delle pillole nei gelati che stavano mangiando.   

(la recensione prosegue a p. 2)

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