“Flashback di Cristina Comencini” (Feltrinelli, 2022)

Recensione di Piera Carroli

Tra le varie biblioteche che visito regolarmente c’è la Trisi di Lugo, fornitissima, e con personale simpatico e disponibile. È anche l’unica ad avere un Box fuori, apparso ai tempi del Covid, davvero utile e innovativo (in Australia tutte le biblioteche hanno uno sportello esterno nel quale si possono riportare i libri anche fuori orario). A Lugo abitano le mie sorelle, altro motivo per andarci spesso. E ogni volta che ci passo trovo libri che attirano la mia attenzione, a volte è il titolo che mi colpisce, oppure un autore che conosco, o la copertina, come in questo caso.

Mi ha attratto subito lo sfondo blu lapislazzulo con al centro un viso di donna reso indistinguibile dall’intensità e velocità del movimento dello scuotere, negare, negarsi? Ho pensato al girotondo, alla sensazione che tutto girasse quando ci buttavamo esauste sull’erba, un ottovolante naturale. Gira il mondo gira la terra. La libertà del volo anche da stese a terra. Una felicità frizzante, elettrica.

Cristina Comencini, oltre ad essere una regista e drammaturga affermata, è anche narratrice. Arrivata a casa, come sempre, ho aperto le prime pagine di tutti i libri presi in prestito. Sono rimasta di sasso quando ho letto:

Mi è successo quattro volte, la chiamano amnesia globale transitoria (p. 11).

È un’interruzione: per qualche minuto non sai chi sei né che ci fai al mondo. Anzi non sai proprio cosa sia il mondo… Sono fenomeni inspiegabili o che hanno tante possibili ragioni e nessuna chiara. Momenti di assenza che non lasciano tracce, se non una stanchezza nelle ore successive, un sottile piacere e anche di raccontare ciò che si è visto (p. 11).

GTA (Global Transient Amnesia) – che angoscia. Quante volte ho iniziato racconti su questa esperienza, per me ancora traumatica, Comencini ne ha avuto il coraggio, l’ammiro per questo. E la ringrazio, perché finalmente riesco a scriverne contemporaneamente al mio tentativo di recensire Flashback, significativo innanzitutto a livello personale, e forse, a non aver più paura di ricadere in quel buco nero. Similarmente a Comencini, anche a me capitò dopo la separazione, e un lungo periodo di intenso stress emotivo.

Si tratta di “una sindrome clinica di pertinenza neurologica caratterizzata dall’incapacità di immagazzinare nuove memorie. Tale caratteristica, denominata amnesia anterograda, non va a toccare i ricordi contenuti e inscritti nel cervello fino a quel momento , ma impedisce di trattenerni di nuovi. […] Pertanto, chi ne è colpito si trova in una situazione di ‘eterno presente’ […] (MedicalFacts).

(la recensione prosegue a p. 2)

Pubblicità
Questa voce è stata pubblicata in Uncategorized. Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...