Recensione di Patrizia Debicke
Con il Natale che si avvicina sarebbe il momento di cominciare a pensare ai regali e questo libro indovinello “A cena con l’assassino” di Alexandra Benedict (titolo originale The Christmas Murder Game) tradotto in italiano da Alessandro Ferrigata potrebbe essere un buon suggerimento.
Perché chiederete? Intanto perché a conti fatti tutta la trama verte su una specie di natalizia e rischiosissima caccia al tesoro con per premio finale o pacco dono se preferite, una più anglosassone di così non si può, magione avita, Endgame House nel Yorkshire con relativi annessi e connessi.
Se poi amate i giochi di parole , gli anagrammi e gli indovinelli e magari siete un fan di Agatha Christie l’ultimo romanzo di Alexandra Benedict è fatto per voi. Oltre ad essere un perfetto mistery, vecchia maniera, legato a una splendida villa padronale, “A cena con l’assassino” è costellato di intelligenti provocazioni che ne fanno un libro divertente e molto di più. Sì perché anche se non sei un fan dei giochi di parole, c’è sempre materia per divertirsi lo stesso leggendo questo modernissimo giallo dal sapore squisitamente antico.
La eroina della storia, Lily Armitage, poco più che trentenne è stata praticamente adottata e cresciuta da sua zia Liliana Armitage Feathers dopo la scioccante morte, in apparenza un suicidio, della sua sorella maggiore Mariana e madre della ragazza.
L’evidente predilezione della zia nei confronti dell’intelligentissima ma riservata nipote orfana, tuttavia ha sempre rappresentato motivo di scontro con la cugina Sara, primogenita di Liliana. Mentre i rapporti con il secondogenito Gray, anche lui figlio della zia, erano ottimi, quelli diventati addirittura pessimi con Sara avevano allontanato presto Lily dalla loro famiglia. Da anni ormai si sentiva solo con la zia, che incontrava regolarmente, e non aveva mai più voluto rimettere piede nella grande villa dove aveva passato tutta l’infanzia. Anche l’ultima volta, al suo invito di ritrovarsi a Endgame House per Natale, aveva opposto un netto rifiuto. Ma la zia Liliana muore all’improvviso e dopo i funerali Lily riceve una strana lettera che le chiede di esaudire l’ultimo desiderio di una moribonda. E cioè di tornare per Natale a Endgame House per partecipare di nuovo all’annuale gioco natalizio di tutta la famiglia.
Quel gioco diviso in dodici giorni dedicati alla risoluzione di indovinelli. Indovinelli che per lei, bambina particolarmente dotata per venirne a capo, avrebbero sempre potuto portare una montagna di regali in premio . Questa volta poi, il favoloso premio per chi risolverà tutti i quiz sarà addirittura la totale proprietà della grande villa.
Lily non vorrebbe assolutamente tornare là dove ha visto per l’ultima volta sua madre ancora viva, ma sua zia per convincerla ha inserito nella lettera, che pare quasi un testamento morale, un’offerta alla quale sarà difficile dire di no. La promessa che, se Lily riuscirà a decifrare tutti gli enigmi preparati per il gioco di Natale, potrà sapere anche la verità sulla morte di Mariana, sua madre.
È una cosa crudele a ben pensarci provocarla così. Insomma chiederle di tornare a Endgame House per scoprire i terribili segreti rimasti nascosti dentro quelle mura. Se sua zia avesse voluto dirle tutta la verità, avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento. Perché aspettare fino ad ora? Perché poi lasciare a lei questa terribile scelta?
(la recensione prosegue a p. 2)