Muovendosi, praticamente sottotraccia e costretti dalla pressioni dall’altro a indagare spostandosi sulle punte dei piedi e con guanti di velluto, Kim Stone e gli altri membri della sua squadra, dovranno a condurre in punta di fioretto i primi interrogatori presso la scuola.
Ma quando un secondo cadavere, un ragazzo stavolta, verrà rinvenuto nella palestra dell’edificio e salterà fuori che altri tragici incidenti hanno funestato negli anni gli allievi della scuola, si comincia a imboccare una pista porta a confrontarsi con un assassino seriale. Una mano letale che si muove in un’omertosa oscurità e miete le sue vittime. Mano letale , collegabile forse ai misteriosi club esclusivi della scuola, confraternite che si distinguono tra loro per i diversi semi delle carte da gioco con rischiosi riti di iniziazione e nonnismo. La loro esistenza e la loro possibile implicazione nella morte di Sadie Winters, verranno scoperti dal grintoso e duttile sergente Kevin Dawson.
Ma la pista è labile, pare quasi di sbattere contro un muro di gomma. Nessuno alla Heathcrest Academy parla, nessuno sa o dice nulla. Solo una professoressa che potrebbe essere disposta a confidarsi, a spezzare quel complice muro di silenzio, ma prima di poter incontrare Kim Stone sarà vittima di un incidente di macchina. Omicidio stradale? Oppure?
Appare presto chiaro: gatta ci cova e ormai finché la mortale catena non verrà tagliata, forse nessuno degli allievi della scuola sarà mai più al sicuro. Possibile che il responsabile di quegli efferati delitti si nasconda tra loro?
Ma può un ragazzo arrivare a uccidere? In quale momento, nella mente di un individuo, si forma il germe del male? Kim, per capire meglio, dovrà far ricorso persino a una vecchia e molto pericolosa conoscenza. E per arrivare a sbrogliare la matassa confidarsi con il vecchio psicologo della sua infanzia.
Vittime innocenti è l’ottavo romanzo di Angela Marsons con Kim Stone, come protagonista o meglio il nono, se si vuol considerare, il prequel, pubblicato qualche anno fa.
La Kim Stone di Vittime innocenti è oggi una persona molto diversa dalla Kim Stone che avevamo incontrato in Urla nel silenzio. Con il passare degli anni ha alleggerito quelli che erano i lati più chiusi e spigolosi della sua personalità. L’attuale Kim Stone infatti non è più la donna scontrosa , sempre in guardia e restia a intavolare rapporti di fiducia con il prossimo. Sì, è ancora diretta,poco cordiale, ma in un certo senso gli anni e le tante esperienze hanno incrinato la sua scorza, e ammorbidendola. É persino arrivata ad adottare un cane, Barney, che l’accoglie affettuosamente la sera quando ritorna a casa.
A trentaquattro anni è innegabile poi che Kim Stone sia arrivata a considerare la sua squadra come una famiglia, quella famiglia che purtroppo, le è stata brutalmente strappata quando era solo una bambina.
Intrigante come i precedenti, anche questo capitolo della lunga serie Kim Stone ci offre una bella storia densa dei segreti, sulle comode bugie e su certi smisurati vantaggi delle classi più privilegiate. Un storia prettamente britannica, con le sue sofisticate e costosissime scuole destinate al top dei top. Ma che ne denuncia anche i difetti e dimostra come talvolta la ricchezza e lo status sociale costringano a far fronte a rischi molto particolari.
Un romanzo introspettivo e insidioso, teso a dimostrare quanto possa diventare importante per la psiche umana il senso di appartenenza. Un romanzo duro, non per palati facili, che non fa sconti a nessuno anche perché descrive con tutti i particolari l’efferata crudeltà di alcune terribili morti. E di sicuro neppure il tragico finale potrà offrirci una qualche minima consolazione.
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