Recensione di Patrizia Debicke
Nato come racconto pubblicato con il nome L’avamposto, ambientato in Afghanistan, vincitore del XXXIV MyFest, Gran Giallo di Città di Cattolica poi trasformato in romanzo che, attraverso l’assassinio di una giovane donna riportava alla luce il denso passato di un paese annichilito dal presente fino alla quasi totale cancellazione, fu finalista nel 2014 alla XXVII edizione del Premio Calvino.
Oggi lo stesso romanzo ma rivisto e aggiornato, esce per Bollati Boringhieri con il titolo Il caso Kermal.
Base Snow. Dopo un ennesimo attacco a colpi di arma da fuoco contro la base, nell’Afghanistan occidentale, forse il più isolato e vulnerabile degli avamposti italiani in Afghanistan, viene scoperto il corpo di Nadia Karmàl, una giovane donna addetta al lavoro nelle cucine.
La vittima è stata ritrovata solo dopo qualche ora, in un angolo nascosto della dispensa dove aveva cercato riparo. E nel rapporto ufficiale le cause della sua morte verranno attribuite dal medico della base a un infarto, provocato dalla paura a seguito delle forti esplosioni.
A doversi fare malvolentieri carico dell’indagine sarà Alì Zayd, un uomo colto, un quarantenne che ha studiato economia in Iran ma forse per ignavia tornato in patria si è buttato dietro le spalle la possibilità di una felice vita futura diversa. Oggi vivacchia, come capitano di polizia ad Herat, in realtà come facente funzione di portaborse del suo Capo, un politico, un abile doppio e triplo giochista locale. I Talebani stanno già bussando alle porte mentre gli stranieri appaiono quasi pronti a ritirare le truppe, ormai gli accordi sarebbero stati scritti e firmati.
Formalmente gli italiani governano ancora la provincia ma bisogna darsi da fare, pensare al domani e a come ritagliarsi una succosa fetta di un prossimo futuro. Zayd, che ha seguito tutto il corso di addestramento dei carabinieri italiani, negli anni del governo Karzai prima di entrare in polizia, avrebbe come unico sogno poter volare in Italia a Roma o meglio a Velletri e là finalmente completare la sua formazione professionale.
(la recensione prosegue a p.2)