Fantasmi e guerrieri. Giustizia e vendetta nell’immaginario giapponese

Recensione di Jacopo Ferrarini

“Fantasmi e guerrieri. Giustizia e vendetta nell’immaginario giapponese”, edito da Le lucerne e scritto da Giorgio Fabio Colombo, parla di spiriti e guerrieri. La prima metà è incentrata sugli spiriti e sulle storie loro riguardanti, l’altra metà invece su storie di guerrieri, tutto ciò è ambientato in epoche ormai lontane con usanze che i giapponesi si sono portati appresso fino a poche centinaia di anni fa, nonostante i mutamenti subiti durante la storia e le successioni di varie dinastie.

Questo libro ha lo scopo di far comprendere a noi occidentali la complessità di una civiltà completamente diversa dalla nostra, quella giapponese, cercando di approfondire il più possibile quelle che erano le loro leggi e le loro usanze. Questo infatti è il filo conduttore che collega tutto il testo fra i vari racconti di spiriti e di guerrieri, storie che erano principalmente incentrate sulla vendetta e sull’onore, come ad esempio il celebre racconto dei 47 ronin, tramandato sino al giorno ad oggi, nonostante si sappia che la storia abbia avuto arricchimenti e stravolgimenti a causa dello spargimento di essa per via orale e a causa delle rappresentazioni teatrali. Spiegazione fornita nel libro assieme alle svariate altre che vengono fornite tramite un linguaggio molto ricercato. Ciò è fatto in maniera tale da far comprendere le leggi e le tradizioni di un tempo, nonostante siano state un po’ semplificate per avvantaggiarne la spiegazione come detto dallo scrittore stesso.

È interessante capire attraverso varie storie popolari come un gesto ingenuo come il maltrattamento di un servo o il tradimento della propria moglie potessero trasformarsi in vere e proprie faccende che andavano a coinvolgere anche i signori feudatari, una volta considerati come vere e proprie figure autoritarie e profondamente rispettate alle quali si rivolgeva in casi di estrema importanza, come riportato all’interno del libro. Le vicende di spiriti, infatti, servivano spesso per far capire alla popolazione come agire nel caso ci fossero stati degli scontri legali e invitava tutti a trattarsi con rispetto e onore, anche fra nemici o fra signori e sudditi. Differente era per le storie dei guerrieri, che non servivano a intimorire come quelle di fantasmi, ma bensì a far capire come bisognasse comportarsi in caso di vendetta.

Trovo che questo libro sia adatto sia per chi di Giappone ne sappia già qualcosa, ma soprattutto per chi voglia  approcciarsi a questo popolo in maniera tale da capire chi fossero e come vivessero, cosa che li influenza tutt’ora, accompagnato da qualche bel racconto.

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