“L’urlo della Terra. Ballata lappone” di Timo K. Mukka

La protagonista è la giovane Martta, una ragazza molto sensibile nei confronti degli animali di casa, la mucca Stellina e il cane Panu, ma di una prorompente sensualità che fa spesso arrabbiare il nonno Mäkelä dormendo sempre nuda nel letto. È una ragazza fuori dagli schemi che fa sparlare le donne del circondario, le quali le attribuiscono relazioni lascive e una sessualità sfrenata con alcuni abitanti del villaggio. Spinta dalla curiosità la ragazza cede una sola volta, per poi pentirsene subito dopo, alle voglie di Kurki-Pertti che per lei intona canzoni d’amore. È invece ammaliata e stregata da Oula Nahkamaa, l’indigeno sámi etichettato come il lappone dagli occhi neri, lo straniero venuto dal Nord a cui le malelingue attribuiscono forse ingiustamente amorazzi e nidiate di bambini. In questo ambiente estremo e selvaggio, dominato dalla legge del più forte, dove gli uomini combattono contro il freddo gelido, pescando quasi invano, i maschi si abbandonano all’isteria artica, all’ebbrezza del vino e spesso si accoltellano vicendevolmente per puro piacere e per noia. Donne e uomini si spiano, spettegolano, tutti si contendono e si sfidano come a duello, spingendosi a qualsiasi intemperanza ed esuberanza, indulgendo all’accoppiamento promiscuo, “legalizzato” anche alla fine delle prediche dell’errante e itinerante religioso del villaggio, seguace del movimento revivalista della Chiesa luterana, ispirato agli insegnamenti del pastore svedese Lars Levi Laestadius.

In questa terra povera e desolata dominata dalla legge del più forte, dove aleggiano sempre l’odore e la vicinanza della morte e dove tutti sono apertamente ostili verso tutto ciò che viene da fuori,Martta cedendo al pastore e sciamano sámi Oula, infrange però le regole e rimane incinta. Oula la vorrebbe anche sposare, affronta i suoi genitori, ma il padre di Martta, Juhani, detto Jussi, non approva il legame tra i due e rincorre l’uomo, causandone l’annegamento in una pozza di lago. Martta partorisce un bambino dai capelli rossi facendo discutere il villaggio sulla paternità della creatura. Nemmeno Martta sa fino in fondo chi sia veramente il padre di suo figlio, ma non accetta le altre proposte di matrimonio che le vengono avanzate spingendo anche i suoi pretendenti alla disperazione e all’alcool. Juhani, spinto dai sensi di colpa, commetterà un gesto estremo, trascinando la sua famiglia sull’orlo del dramma e del baratro.

A questo mondo patriarcale, selvaggio e aspro fanno eco anche la natura sacra e religiosa, la Terra “femminile”, grigia di licheni, con la sua taiga, le sue nebbie e i suoi ghiacci che quasi si rendono complici delle azioni perverse degli uomini e delle donne offrendo tane, nascondigli per gli amplessi e per i cadaveri.

Il romanzo, diviso in due capitoli, segnati quasi dalla morte del nonno Mäkelä, è impregnato di realismo, è in prosa, ma, a conclusione dei capitoli, è intervallato a volte da squarci poetici e tragici in cui cantori, come lo stesso Kurki-Pertti, si abbandono al lirismo, descrivendo la magia della natura partecipe, la bellezza della donna spesso lasciva e traditrice, la promiscuità dell’amore e le durezze della vita. I personaggi del romanzo appaiono come eroi omerici statici che lottano continuamente per la loro vita, per il loro riscatto sociale e per il loro prestigio.

L’urlo della terra è un’autentica epica moderna, un grande romanzo, caratterizzato da uno stile balladico, dove la natura nordica e la povertà della Finlandia del dopoguerra sono rappresentate in maniera mirabile e sensibile. L’autore che si è ispirato a scrittori classici stranieri come Vladimir Majakovskij, Ernest Hemingway, Halldor Laxness, Knut Hamsun, Jaroslav Hašek, Pentti Haanpää è accostabile in Italia per il suo canto corale e per il suo lirismo a scrittori come Giovanni Verga e Grazia Deledda, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1926.

Nell’edizione in italiano è brillante anche la postfazione di Viola Čapková che mette in luce anche l’attivismo dell’autore, critico nei confronti dei movimenti di sinistra della sua epoca, impegnato fino allo stremo a denunciare la povertà della Finlandia del Nord, tanto ignorata all’epoca anche dalla Finlandia del Sud.

Questa edizione di Vocifuoriscena è stata letta con grande attenzione anche in Germania dove si sta apprestando una traduzione in tedesco dell’opera di Mukka, capolavoro che è già stata tradotto in dieci lingue.

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