Giuseppe Ferrandino ha letto l’antologia “L’occhio di vetro” a cura di Daniele Maria Pegorari (Mursia)
e ha scritto, a proposito del racconto di Marilù Oliva, Quando lei sparì nel nulla:
“Una situazione familiare difficile. Una donna scomparsa. Uno scandalo per la chiesa del paese. La solida certezza del brigadiere che nessuno sparisce nel nulla, perché il nulla non esiste. Esiste piuttosto la crudeltà dell’impatto di un sogno con la terribile realtà. È la storia di tanti femminicidi che sono avvenuti nella nostra penisola nel corso degli anni, alcuni più scabrosi, altri meno, ma tutti facilmente dimenticati dopo che hanno perso la loro “notiziabilità”.Questo racconto non è il classico noir/thriller con le ridondanti descrizioni del corpo della vittima e della scena del crimine, bensì è un esempio di quella letteratura che sottrae all’oblio, che indaga i meccanismi di quel sogno (in questa storia, sogno di amore e di maternità) che si sono interrotti e hanno provocato la sua trasformazione in incubo.”
