
Sul comodino della Rambaldi
Wulf Dorn, tedesco, per anni ha lavorato come logopedista in una clinica psichiatrica traendone ispirazione per la sua attività di scrittore. Dopo La psichiatra Dorn ha scritto altri romanzi di grande successo, tradotti in più lingue e sempre pubblicati in Italia da Corbaccio: Il superstite, Follia profonda, Il mio cuore cattivo, Phobia, Incubo, Gli eredi e Presenza oscura. A 11 anni dall’uscita de La psichiatra ha finalmente deciso di riprendere i due protagonisti del libro Mark Behrendt e Ellen Roth ne L’ossessione.
“Non ti preoccupare, se farai esattamente come ti dico, non le succederà niente. Continuerà a dormire. E, una volta che tra noi sarà finita, si risveglierà. Probabilmente avrà una solenne emicrania da sbronza, ma le passerà. Non ti pare un’offerta accettabile?”
“A patto che la rispetti” disse Mark.
“Su non essere tanto diffidente, dottore! Manterrò la promessa finché tu rispetterai le regole del gioco. D’accordo?”
“Che cosa vuoi da me?”
“Allora” disse soddisfatto l’altro “in realtà è molto semplice. Per cominciare dovrai solo rintracciare qualcuno per me. Sarai tu stesso a scoprire a chi mi riferisco. Ci arriverai da solo”.
“Ci sono posti nella mente umana che nessuno dovrebbe visitare. Dopo il viaggio allucinante dell’Ipnotista di Lars Kepler, La psichiatra di Wulf Dorn ci riporta nel lato oscuro”. Con queste parole Donato Carrisi ha salutato la nascita del nuovo maestro dello psicothriller, Wulf Dorn. E L’ossessione è il seguito della storia che ha avvinto tanti lettori.
Per il ragazzo tutto era filato per il meglio fino a 17 anni. Quel Natale aveva addobbato casa col padre sulle note White Christmas di Bing Crosby, la canzone preferita di sua madre, era andato a trovare un amico e quando era rientrato l’aveva trovata morta nella neve. Le avevano sparato tre colpi alla schiena e sui muri d’ingresso c’erano ancora le sue impronte insanguinate, doveva essersi trascinata fin lì con le ultime forze. In casa aveva trovato morto anche il padre in un lago di sangue. Pensava di essere impazzito.
(la recensione prosegue a p.2)