Iris è una ribelle che si nasconde sotto i cappucci delle felpe. Frequenta l’istituto per geometri e a scuola va malissimo. Colleziona note e richiami in presidenza. E ogni volta che le cose prendono una brutta piega fugge dalla finestra, incurante dei richiami della prof che l’ha ormai catalogata come un fastidio e che non dà peso alla sue domande. Iris è certa che la vita faccia schifo e rilegge inutilmente le lettere di sua madre, dove scriveva che l’amore non finisce perché tutto si rinnova e che non si deve mai smettere di inseguire la felicità.
Sua madre è morta in un incidente e Iris è convinta che sia morta per colpa sua.
Iris fa le domande giuste nel modo sbagliato e gli adulti non la ascoltano.
Nemmeno il preside sa più come prenderla.
Le cose cambiano quando incontra, Chiara Gigli, la nuova supplente d’italiano, e quando si innamora del compagno di classe Manfredi. Chiara vede in Iris un talento nascosto, sa ascoltare e si batte per salvarle l’anno scolastico. E sarà proprio grazie a lei che Iris e Manfredi si avvicineranno. Chiara è paziente e conquista pian piano la fiducia dei suoi studenti. Niente sarà facile. Anche Manfredi ha le sue vicissitudini familiari e sta con Emma più grande di lui. Il suo amico Dean vende roba e vorrebbe che anche lui collaborasse.
Il romanzo si apre con le domande di Iris alla vecchia prof: Ci dovrebbe spiegare cosa c’è di vivo nelle cose morte. Vorrebbe capire il significato di quel che legge ma la prof non risponde. Solo Chiara agirà diversamente perché ha conosciuto la sofferenza. E attraverso Dante, Iris e Manfredi, apprenderanno che l’amore può aiutare a evadere dall’inferno e farci ragionare sul dolore.
Chiara Gigli cambierà il destino dei suoi studenti come lo aveva cambiato il prof Keating ne L’attimo fuggente, e i prof dei film: Will Hunting, Freedom writers, Mona Lisa smile, Una volta nella vita, La classe, Scialla…
E sono i prof che tutti avremmo voluto incontrare sul nostro cammino.
Paola Rambaldi