
Recensione di Raffaella Tamba
“Tra le pieghe della storia” è il sottotitolo del quinto libro di Silvia Gorgi (giornalista, speaker radiofonica ed organizzatrice di eventi culturali) dedicato a Padova per la collana Quest’Italia, della Newton. Un sottotitolo molto eloquente che suggerisce l’immagine di eventi e personaggi rimasti nascosti sotto il peso di altri eventi e personaggi più noti. Silvia, distendendo quelle pieghe, li ha riportati alla luce, con la sua quinta avventura nell’universo della storia e dell’arte della sua città, riuscendo a stupirci e affascinarci.
Come in un dramma shakespeariano, diviso in due atti, di ambientazione, uno letteraria, l’altro scientifica, agiscono sulla scena personaggi storici, protagonisti di storie vere.
Si parte così dal Duecento di Rolandino da Padova: “un’omonimia di grande interesse” con il bolognese Rolandino Passeggeri, come ha osservato l’autrice stessa, “stesso nome, stessa professione, e stessa preparazione, anche il Rolandino da Padova, notaio, si era formato all’Università di Bologna, e sono pure contemporanei, visto che il padovano è più vecchio di soli quindici anni del bolognese”. Ma in questa sede Rolandino ci interessa non tanto come notaio quanto come storico: la sua Cronica ci regala un’importante biografia di Ezzelino III da Romano, che la fama storica ci ha tramandato per l’efferatezza delle sue rappresaglie verso i nemici. Partendo dall’opera di Rolandino, l’autrice con uno switch del focus narrativo si sposta decisamente sull’uomo Ezzelino, che sale sul palco di questo primo capitolo, diventandone signore assoluto: “Amato, odiato follemente, carismatico, (…), motore e colonna portante del cambiamento di un sistema”, Ezzelino, nel ritratto a tutto tondo di Silvia Gorgi, “è ben più del semplice tiranno sanguinario, e la sua figura, così fortemente marchiata dall’aura nera, da divenire leggendaria” ne risulta più fondata, inserita nel suo tempo e per questo, per noi oggi, ancora più affascinante perchè umana. In una pagina struggente (p. 53), l’infanzia del tiranno ci commuove col dramma della sua predestinazione e comprendiamo meglio, a questo punto, l’origine e l’evoluzione della sua storia, la sua dimensione politica e guerriera.