Recensione di Marco Valenti
PIERA CARROLI
MEZCLA. WORLD NOIR IN ITALY
MARILÙ OLIVA
The Female Poetic in New Millennium Crime Fiction
“mezcla”: \méTkla\ [sf] 1. mescolanza, miscuglio (m) mezcla de sabores: miscuglio di sapori. mezcla de tonalidades: mescolanza di tonalità 2. (tambiénquim) miscela
Il segreto nascosto nelle 264 pagine del libro è tutto qui. Nella contaminazione. Nel tentativo di dare vita ad una nuova forma di linguaggio che esuli dai canoni (peraltro mai troppo rigidi in verità) del noir per andare a creare un diverso modo di fare letteratura. Libro che si rivolge al pubblico internazionale, grazie alla pubblicazione con la casa editrice londinese Troubador, con il chiaro intento come evidenziato nel sottotitolo “The Female Poetic in New Millennium Crime Fiction”, di dare lustro alla produzione italiana ed in particolare femminile in campo noir cercando di spiegare l’importanza della scrittrice bolognese Marilù Oliva all’interno del mondo letterario noir contemporaneo.
Il libro prende forma grazie al lavoro della professoressa Piera Carroli (nella foto, sotto), docente di lingua, letteratura e linguistica italiana presso l’Australian National University di Camberra, che ha curato in prima persona il testo analizzando l’opera omnia della Oliva in modo da renderla quanto più familiare possibile ai lettori d’oltre manica (e non solo).
Il testo è in inglese con diversi capitoli tradotti in italiano, perchè la Carroli, da grande appassionata di misteri, gialli e noir, ha deciso di dedicare questo suo studio al pubblico internazionale che predilige la “crime fiction” del nuovo millennio.
Dopo un’attenta ed accurata introduzione ad opera di Romano De Marco, in cui lo scrittore abruzzese analizza il “fenomeno Oliva” in modo esaustivo ma non ridondante, partendo dal debutto del 2009 per arrivare al più recente “Musica sull’abisso” [il secondo uscito per HarperCollins], la parola passa alla professoressa Carroli che entra nel dettaglio della scrittura dell’autrice e ce la presenta in tutte le sue sfumature. Senza peraltro perdere mai quell’approccio “critico” che rappresenta il “taglio” del libro. Approccio che denota e sottolinea come l’autrice spieghi ed illustri con la giusta distanza l’opera della Oliva, senza cadere nel facile tranello di lasciarsi guidare dai sentimenti.
Il lavoro della professoressa Carroli risulta quanto mai prezioso, perché riesce a delineare in modo deciso e preciso la figura di Marilù Oliva a tutti i neofiti, lasciando intravedere in modo intrigante le tematiche dei suoi libri pur senza rivelare troppi dettagli. Non ultimo quello della difesa delle donne, che sono le vere ed indiscusse protagoniste dei suoi romanzi. In barba ai clichè che le vedono molto spesso (anzi, troppo spesso) come comprimarie non indispensabili. Una battaglia in difesa di quell’universo femminile (con un occhio di riguardo verso il femminicidio e lo sfruttamento della prostituzione) che ancora oggi con il 2020 ormai alle porte, non trova la propria dimensione all’interno di un mondo tendenzialmente maschilista che pare non voler lasciare spazio alla donna.
Marilù Oliva però non è solo la mescolanza di linguaggio. È anche un’autrice – ci ricorda la Carroli – che racconta Bologna in modo viscerale, andando a sondare terreni inespolorati. Cercando di descriverla in modo distaccato rispetto ai cliché che la vogliono, e la vedono ancora, come “una vecchia signora dai fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano ed il culo sui colli, Bologna arrogante e papale, Bologna la rossa e fetale…”. Come conferma ancora Romano De Marco nella sua prefazione, la città è “sospesa fra una dimensione metropolitana e sociale degradata ed un universo notturno e magico carico di suggestioni che vede nelle contaminazioni culturali quella risorsa positiva che permetta di sperare in un futuro migliore.” Ma non solo, c’è anche una Bologna “magica” nei libri di Marilù Oliva. Una Bologna sciamanica e qui entra in gioco la professoressa Maricetta Barbaro, che ha dedicato all’Oliva la tesi della sua seconda laurea. Una Bologna che nasconde luoghi sconosciuti ai più, in cui i protagonisti si muovono perfettamente a loro agio, e sono costantemente alla ricerca delle proprie identità e della verità in una città dalle “strade anguste e traditrici”. Una città che ci culla ma che non perde occasione di ricordarci chi siamo e da dove veniamo, ma soprattutto che moriremo portandoci in tomba quelle relazioni incompiute, ambigue, sofferte, che sono la maggior parte del nostro vivere.
La parte conclusiva dell’analisi della professoressa Carroli verte ancora (e in modo ancor più deciso) intorno alla cifra stilistica della Oliva, che pur ossequiando la scrittura di genere con richiami “scabrosi” alla cronaca nera, non rinuncia mai all’eleganza della lirica e alla riflessione introspettiva indirizzata verso quelli che sono i canoni della morale collettiva che definiamo “civile”. Gli uomini e le donne raccontate da Marilù Oliva sono “caduti sotto il peso della frustrazione della crisi economica, condannati a vedere il mondo proiettato sulle pareti della caverna mediatica in cui sono reclusi.”
In estrema sintesi, “Mezcla” è un saggio rivolto a chi ancora non conosce l’opera elegante ma densamente ricca di contenuto di Marilù Oliva, ma che si lascia godere anche da chi da anni la segue e la apprezza. Complimenti a Piera Carroli per aver reso tutto così chiaro e diretto. E, come sopra detto, estremamente piacevole.
E dulcis in fundo: i disegni in copertina sono del talentuoso illustratore genovese Niccolò Pizzorno.
ottimo