di Marilù Oliva
Per il giorno delle donne, la cui origine ho spiegato qui (quello delle operaie morte è un falso storico), regalate tutte le mimose che volete. Ma, se davvero interessa l’8 marzo come data di riconoscimento del ruolo delle donne, bisognerebbe cominciare ad ammettere che uno svantaggio – sul piano professionale, sociale, di collettività – esiste. Bisognerebbe ammettere diverse altre cose, che ho elencato qui.
Ma, soprattutto, occorrerebbe acquisire più consapevolezza, a partire dai nostri diritti basilari, come il diritto di voto, acquistato in epoca giuridicamente e spaventosamente tarda, ovvero in media quasi 5.000 anni dopo la nascita della scrittura:
Bisognerebbe ripassare un po’ di storia delle donne e magari scoprire che il femminismo non vuole una dicotomia tra donne al potere e uomini schiavi, no: ma chiede una parità di diritti e dignità. Diversamente dal maschilismo, che presuppone un dislivello (io, uomo, sono superiore/ tu donna, comportati di conseguenza), il femminismo è un movimento che vorrebbe più uguaglianza per tutti e senza il quale, probabilmente, oggi, le donne non potrebbero accedere ad alcune professioni, non sarebbero libere nelle loro scelte personali, verrebbero incolpate quando vengono violentate (in parte ciò accade ancora) e il quadro di questa carta tematica sarebbe molto più allarmante.
Brava, giusto