Recensione di Patrizia Debicke
Non ci sentiamo da anni, e mi chiami proprio adesso a rovinarmi il miglior momento dell’estate? pensa Tom, leggendo sul display il nome di Bob Ardlan, il suo ex suocero. Tom Harvey, jazzista per vera passione, riciclatosi anche a guida turistica per arrivare a fine mese, è a Roma a letto con una bella ragazza e non intende farsi rovinare la serata, perciò non risponde e non richiama. Due giorni dopo, però mentre è in viaggio verso nord per partecipare ad alcuni spettacoli musicali, riceve la scioccante telefonata con richiesta di aiuto da Elena, la sua ex moglie. Lei gli spiega piangendo che suo padre, ex eccezionale reporter di guerra e oggi famosissimo pittore e ritrattista a sei zeri, è morto cadendo dal balcone della sua villa sulla sottostante scogliera. Harvey non ha scelta, deve invertire la marcia, tornare indietro e raggiungere la splendida villa del suocero a Tremonte, paesino sulla costiera amalfitana da anni oasi e rifugio di artisti. Al suo arrivo, trova Elena affranta ma che cerca di affrontare la tragedia con lucidità.
Di cosa si tratta esattamente? Incidente? Suicidio? Oppure molto peggio e qualcuno ha spinto Ardlan giù dalla terrazza del suo studio? Certo è che Tom scoprirà presto l’ex suocero è precipitato pochi minuti dopo aver cercato di mettersi in contatto con lui. Perché? E forse ohimé non si tratta della prima morte sospetta nell’idilliaco quartiere chic dei “forestieri”di Tremonte, villaggio nella costiera amalfitana? Oltre a Bob, pittore di fama mondiale, hanno comprato ville e si sono stabiliti a Tremonte anche alcuni registi, musicisti e scrittori, tra cui Stelia Moon, un tempo sulla cresta del successo, ma da qualche anno fuori del giro e che tira avanti con corsi di scrittura ad aspiranti romanzieri. Sarà proprio Stelia, una residente fissa in zona, a negare con forza la versione ufficiale dell’accaduto: non è possibile che il suo vecchio amico si sia suicidato. E non si tratta di un incidente. Secondo lei, Bob Ardlan è stato assassinato. Ma da chi? E perché? Per Tom Harvey, che a questo punto si sente come un novello Don Chisciotte, una sola cosa è certa: in qualsiasi guaio si fosse cacciato, alla fine Bob si era rivolto a lui. Non può e non deve deluderlo. Quindi l’unico modo per mettere a tacere il suo senso di colpa è restare a Tremonte, guardarsi intorno, fare domande e cercare di scoprire tutta la verità.
Ben presto, tuttavia, Tom si renderà conto che tra gli eletti di quella raffinata comunità d’intellettuali esistono vecchie ruggini, rivalità e contrasti mai appianati. Tutti hanno qualcosa da nascondere e a ben vedere pare che tutti abbiano qualche motivo per mentire. E qualcuno non si fa scrupoli a uccidere pur di proteggere a ogni costo il suo terribile segreto… Ma, e soprattutto, il bandolo del mistero è celato in un segreto “nascosto” in piena vista… Non avevo letto finora libri di Mikel Santiago. Gli riconosco la capacità di saper costruire una trama avvincente, ben calibrata che incuriosisce, coinvolge, non annoia mai il lettore, anzi lo costringe a seguirlo fino in fondo con il fiato sospeso. Le figure sono ben tratteggiate e le motivazioni personali e psicologiche dei protagonisti credibili e convincenti. Il protagonista con la P maiuscola, Tom Harvey, (forse dai toni un tantino autobiografici?), classico eroe dal cuore infranto, inalbera orgogliosamente il suo combattivo spirito donchisciottesco dal sapore antico e tenta disperatamente di districarsi, tra mille trabocchetti e in mezzo a una grandinata di attacchi anche personali, a rischio della pelle. E grazie a Santiago per l’irrefrenabile cavalcata musicale attraverso la memoria delle più belle storiche icone del jazz.
Mikel Santiago è nato a Portugalete, nei Paesi Baschi, nel 1975. Ha passato la giovinezza a suonare la chitarra in un gruppo rock, vivendo per dieci anni tra l’Irlanda e l’Olanda. Ha cominciato a scrivere quasi per gioco, ma il suo talento non è passato inosservato. In breve tempo, si è ritrovato con un romanzo, La strada delle ombre, ai vertici delle classifiche spagnole e americane, e poi tradotto in 20 Paesi.