Recensione di Piera Carroli
In questo libro è la ‘camera’ che mette a fuoco la vita, e non viceversa. Il romanzo debutto della giovane autrice americana Anna North, pubblicato nel 2015, è stato accolto con entusiasmo dalla critica negli Stati Uniti e nel Regno Unito, paragonato addirittura a voci di romanziere quali Margaret Attwood e Kate Atkinson. Così è stato definito: Indimenticabile (Lena Dunham); Un fragoroso racconto (Emma Donohue); Riccamente realizzato con prospettive multiple sulla sua sfuggente protagonista, (Sophie Stark, su The Guardian).
Si tratta di un romanzo-mistero che ruota intorno alla figura dell’eponima protagonista, definita una “female anti-hero”e, magari, se usassimo i parametri dell’epica al femminile della SIL (Società delle Letterate italiane) potremmo classificarla come un’eroina che non è il femminile di un eroe, ma, azzardo, alla Elena Ferrante, che non si conforma a nessuna aspettativa e perciò ne paga le conseguenze.
I misteri vengono rivelati dai diversi personaggi che narrano la storia, ciascuno dal proprio punto di vista: Allisson, Robbie, Jacob, Daniel, George tramite una prospettiva caleidoscopica, non sempre affidabile. Le varie prospettive sono intercalate con articoli dal giornale locale “Grimbly Bay Daily Herald” dal temuto critico Benjamin Martin.
In breve, il romanzo racconta la vita di Sophie Stark, una protagonista che pare tenga di più all’arte che alla vita. E’ una provocatoria dissezione del genio e della devastazione che può provocare quando si confondono i confini tra realtà e finzione, palcoscenico e vita.
Il passo narrativo è quello del thriller, voltapagina, veloce e serrato.
A quando il film?
Tecinica interessante