Il lettore non ha sempre ragione (come del resto non ha sempre ragione l’acquirente, altrimenti si entrerebbe in una logica in cui l’ultima parola spetta solo a chi compra: non è l’esborso di soldi che fa la differenza, ma la qualità delle tesi sostenute).
Questo non è un post contro i lettori, figuriamoci. Io stessa sono in primis una lettrice, ma da autrice devo ammettere che delle volte si incontrano dei lettori meravigliosi, profondi, attenti. Quando ti scrivono e ti parlano del tuo romanzo dimostrandoti di aver afferrato anche quello che tu avevi nascosto nel fondo del fondo di alcune righe – un richiamo apparentemente distratto, una metafora, un’assonanza – o quando ti parlano dei tuoi personaggi come se ci fossero appena stati a bere insieme, io mi dico: Ne valeva la pena di scrivere anche solo per questo. E’ un grandissimo privilegio avere un lettore così.
Però esistono differenze anche tra lettori.
Il lettore va rispettato, va trattato con serietà e del suo parere va assolutamente tenuto conto. Ciò non toglie che, delle volte, anche alcuni lettori dicano delle sciocchezze.
Non succede spesso, è vero, ma a me e ad altri colleghi è capitato. Di imbatterci in lettori con la puzzetta sotto il naso. Qualcuno ne va pure fiero, della sua puzzetta, quasi fosse un segno di distinzione, e la ostenta con un po’ di supponenza.
Nello specifico ecco le 7 PUZZETTE SOTTO IL NASO individuate. Così mi hanno detto alcuni:
1- Io non leggo italiani (E allora perché non smetti di mangiare le tagliatelle e ti rimpinzi solo di crauti? Spesso quest’affermazione è accompagnata da una smorfia schifata. Consiglio per tale categoria di lettori: andate a ripassarvi un po’ di letteratura italiana. Almeno il Novecento + qualche autore contemporaneo)
2- Io non leggo le donne (Ossignur! Quanti nomi potrei fare a codesti – uso il maschile plurale ma in questo gruppo rientrano anche molte lettrici donne –, ma mi limito. Leggetevi: Michela Murgia, Amélie Nothomb, Ágota Kristóf, Elsa Morante, etc etc).
3- Io leggo solo grandi editori (Cosa ti perdi, poveretto! Il mio consiglio è di rimediare al più presto)
4- Io non leggo thriller (noir/gialli/e da qui spaziano a una piramide ipotetica che scandisce personalissime distinzioni gerarchiche. Lettore: a parte che non imporsi dei limiti aprioristici è sempre salutare, è la storia e la scrittura che rendono fuoco un libro, non il genere!)
5- Io leggo solo letteratura alta (Male. Molto male. Non si apprezzano i piani alti se non si conoscono i bassifondi)
6- Io leggo solo classici (Premesso che i classici non si discutono e sono imprescindibili, pensa un po’, caro lettore, se qualche intelligentone avesse detto la stessa cosa a Pirandello, quando lui non era ancora un classico)
7- Io non leggo un libro dove si parla anche di xxx perché non mi piace la xxx (E’ sempre un preconcetto. E come tale è dannoso. E’ come se io dicessi: Non leggo “Guerra e pace” perché mi fa schifo la guerra)
La butto lì, io al (5) avrei risposto “Caro mio, NON esiste una letteratura alta. In quanto espressione del popolo, ogni letteratura ha grande importanza, nessuna più di un’altra” ^^
Per il resto… ahimé, mi son trovato anch’io davanti tali individui ^^ Per non parlare di quelli che “criticano” un libro senza averlo letto, perché dalla quarta di copertina “si capisce già che libro è”. Certo ^^
Maurizio
sì, le 7 puzzette sono incrementabili effettivamente! quelli che criticano senza conoscere sono parecchi!
L’unico commento è non commentare. I lettori hanno gusti che vanno rispettati e non considerati ‘puzzette’ .
per carità, che il lettore vada rispettato è l’assunto di base del pezzo. per il resto non sono d’accordo. trovo molto limitante oltre che autoritario il fatto che esistano categorie non criticabili, soprattutto in questo campo in cui parlo prima di tutto da lettrice. poi “puzzette” non vuole essere offensivo. dà l’idea di chi sta col naso sospeso per una presunta superiorità. non so se avrà anche lei le sue “puzzette”: io le ho di certo, le abbiamo tutti. magari in altri campi, perché nessuno purtroppo è esente da pregiudizi. ma il primo passo per superarli è almeno parlarne. il principio di autorità lasciamolo agli aristotelici.
Anch’io sono prima di tutto una lettrice e da lettrice penso che non ci sia niente di meglio che lasciarsi catturare da un libro, senza chiedersi se l’autore è italiano o straniero, uomo o donna, se il genere è alto o basso (qualunque cosa significhi), l’editore importante o sconosciuto. L’unica giuda da seguire è la curiosità. L’unico scopo è assaporare le parole. Non aver paura di sperimentare è la strada maestra per scoprire autentiche chicche. Certo si va incontro anche a delusioni, ma persino il più “stupido” dei libri ci avrà dato qualcosa.
“lasciarsi catturare da un libro, senza chiedersi se l’autore è italiano o straniero, uomo o donna”
vero. prova a immaginare se i libri venissero pubblicati tutti in bianco, senza nome autore… 😉
io ho la “puzzetta 2” lo ammetto…. 😦 …però giuro…ci ho provato, quanche volta…magari ci riproverò…
sì, dai: riprovaci! 😉
anche io ho la numero 2…. anche se i nomi citati li ho letti e apprezzati.. insieme a tanti altri.
Silvy, forse la 2 è una delle più diffuse. Ci sarebbe anche da approfondire il discorso della scrittura al femminile che, effettivamente, in alcuni casi porta a una più insistita introspezione, di cui magari il lettore non ha voglia (anche a me, se in eccesso, l’introspezione appesantisce la lettura). Ma non è cosi per tutte le autrici! 😉
Io ho la quattro. Ma solo perchè mi puntualmente mi perdo tra i personaggi.
Però anch’io sono disposta a riprovare! 🙂
Alcuni gialli effettivamente sono tutti uguali (donne fatali, bellissime, ispettori scontenti della vita). Però ce ne sono altri davvero preziosi. Se già non lo conosci, ti consiglio Loriano Macchiavelli, così, per riprovare! 😉
Pingback: Clock rewinders on a Book Binge 01/07/12 | Living for Books
anch’io la 4 decisamente. finisco col pensare ad altro mentre leggo (e parlo anche della Christie… ops, l’ho scritto!) 🙂
😉
Compro tantissimi libri. Se non mi piacciono, li regalo senza finire di leggerli. Questo è tutto. “Fuego” l’ho letto tutto d’un fiato in tre giorni.
ma grazie Giorgia!
ps. anch’io li regalo, quelli che non mi piacciono. di solito alla biblioteca. 😉
Io ho una puzzetta, che espongo in forma impersonale: non mi va di leggere libri pubblicati da editori a pagamento: perciò evito di leggere quelli più famigerati, poi, non conoscendoli tutti, se uno non me lo dice, posso anche provare a leggerli quei libri (anche se in genere si capisce dopo poche righe).
mi sembra una puzzetta legittima e condivisibile, Luigi! 😉